Visitare Pianosa

L'isola di Pianosa dista soltanto 7 miglia marine pari a 12 km e 964 metri dalla punta di Fetovaia e pertanto risulta essere l'isola più vicina all'Elba, tra le isola dell'Arcipelago Toscano, raggiungibile in soli 35 minuti di navigazione partendo dal porto di Marina di Campo nel Comune di Campo nell'Elba, alla quale amministrativamente appartiene.

Dopo un secolo e mezzo che l' ha vista destinata a colonia penale, Pianosa è tornata ad aprire le sue porte ai visitatori offrendo un ambiente unico, splendido e assolutamente intatto. Il silenzio, i colori, il mare cristallino, i muri, le rocce fantasmagoriche, le carceri, le fioriture spontanee, il sole che batte in ogni angolo, dall'alba al tramonto: sono tutti elementi che caratterizzano l'isola di Pianosa. La presenza dei detenuti, prima per volontà dei granduchi toscani e poi della Repubblica Italiana, ha tenuto infatti alla larga il turismo di massa, proteggendo l'ecosistema di Pianosa dagli scempi dell'industria turistica.

Unica tra le isole toscane ad essere interamente pianeggiante, Pianosa è un vero paradiso per i visitatori attenti ai valori culturali ed ambientali, ed offre un incredibile patrimonio storico, archeologico e naturalistico. Per chi desidera visitarla può farlo attraverso delle preparate ed esperte guide turistiche ambientali, che vi accompagneranno alla scoperta di questa meravigliosa isola fornendovi esaudienti spiegazioni. L'isola è sotto la tutela del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, ed è possibile visitarla sia per una giornata balneare delimitata nelle acque di Cala Giovanna, che per effettuare un’escursione in bicicletta tra i pianeggianti viottoli che attraversano i profumati e bassi boschi di macchia mediterranea.

Altre escursioni possibili ed attività sportive guidate a Pianosa sono il trekking, il kayak da mare dove è possibile circumnavigare l’isola e vedere i tratti costiere con le baie più belle, oppure divertirsi in mare facendo snorkeling e osservando la ricca fauna e flora marina dell’isola.

Da non perdere assolutamente è la vista che si apre sulla splendida insenatura del Porto Romano guadagnando la punta nord dell'isola, dietro le rovine del Marchese. Altrettanto suggestivi sono i colori della scogliera che collega Punta del Marchese e Punta di Libeccio, dove le sfumature gialle, ocra e avorio nascondono i fossili marini rimasti imprigionati nelle ere passate.

Il paradiso dei naturalisti cela tesori ancor più sorprendenti sotto le acque incontaminate del mare con grotte e canyon, anfore romane e coralli rossi, cernie dentici e posidonie, occhiate spigole e triglie giganti sono solo alcuni degli esseri viventi che popolano le acque di questo ecosistema di straordinario valore archeologico ed ecologico che le vicissitudini storiche e politiche, in maniera più o meno intenzionale, hanno conservato intatto. I fondali calcarei di Pianosa esaltano ancor di più i colori di un'acqua che farebbe scoppiare d'invidia gli albergatori dei Caraibi e per rendersene conto basta dotarsi di una banalissima maschera e immergere la testa sotto le acque di Cala Giovanna, l'unica zona dell'isola dove è consentita appunto la balneazione. A Pianosa sono vietati l'ancoraggio, la pesca, l'immersione e la navigazione che distruggerebbero irrimediabilmente quest'oasi naturale che funge anche da reparto di maternità per moltissime specie a rischio d'estinzione, o comunque minacciate dalle conseguenze nefande del progresso umano.

Per simboleggiare la funzione di Pianosa e la volontà dei naturalisti di tutelare e valorizzare questo gioiello dell'Arcipelago, nell'agosto del 2000 sono stati rilasciati sulle sue spiagge tre esemplari di tartaruga marina comune, nella speranza che possano trovare nuovi spazi per deporre le uova lungo le coste dell'Arcipelago.

Per visitare Pianosa è necessario rivolgersi all'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano oppure al Comune di Campo nell'Elba dove si ricevono le prenotazioni.

Nel piccolo spazio del promontorio della Teglia si trovano concentrati il villaggio di Pianosa con gli ex edifici carcerari e le strutture del porticciolo, definito più volte dagli esperti di mare come "il più bello del mondo". Intorno al piccolo bacino, delimitato da un molo, che può contenere al massimo una decina d'imbarcazioni, si assiepa un minuscolo borgo di casette merlate, restaurate recentemente, e un alberghetto frequentato fino a qualche anno fa dai parenti dei detenuti, oggi anch’esso riqualificato e permette il pernottamento di un numero limitato di ospiti.

Sul porticciolo domina il forte Teglia fatto costruire da Napoleone. A sinistra del porticciolo, attraverso una piccola grotta si accede alle catacombe estese con una fitta rete di cunicoli sotterranei per circa 200 metri. Risalgono forse alla fine del IV secolo e furono frequentate per lungo tempo. Restaurate dalla Pontificia Commissione di Archeologia sacra, sono ancora oggetto di scavo, di studio e di recupero da parte degli archeologi pontifici. A breve distanza dal piccolo porto isolano si erge, nel mare, la mole calcarea dell'isolotto della Scola, circondato da belle praterie sommerse di poseidonia e da fondali rocciosi che precipitano verso i 50 metri di profondità. Lo scoglio è sede di interessanti specie endemiche che, da sole, ne giustificano la protezione. Sull'isolotto della Scola vive la più numerosa colonia di berte maggiori dell'Arcipelago Toscano. Di fronte all'isolotto si apre la bellissima Cala dei Turchi dalle coste frastagliate e dalle acque trasparenti. L'unica spiaggia accessibile dell'isola di Pianosa è quella della splendida Cala Giovanna, subito a nord del promontorio della Teglia, una spiaggia di sabbia bianca finissima che orla un mare dalle acque cristalline. Alle spalle della Cala corre l'imponente muro fatto costruire dal generale Dalla Chiesa negli Anni di Piombo quando Pianosa divenne carcere di massima sicurezza per terroristi e mafiosi.

Cala Giovanna, l'unica spiaggia di Pianosa dove è consentita la balneazione, collega il borgo ai bagni di Agrippa. Al limite nord di cala Giovanna, in riva al mare, sono visibili le rovine di una sontuosa villa romana del I secolo. Era la splendida dimora di Marco Vipsanio Agrippa, nipote di Augusto, esiliato a Pianosa, e poi fatto uccidere per consentire la successione di Tiberio. Le rovine individuano un complesso di edifici piuttosto importante, fornito anche di un piccolo teatro circolare di cui è ancora possibile vedere le gradinate. Nell'articolata pianta del complesso si riconoscono vari ambienti fra cui la darsena, la pescheria, il bagno marino e quello termale. Alcune sale erano decorate con pavimenti marmo, pareti a stucco, statue e raffinati mosaici.

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